”Una delle forme più odiose di antisemitismo era appunto questa: lamentare che gli ebrei non fossero abbastanza come gli altri, e poi, viceversa, constatata la loro pressoché totale assimilazione all’ambiente circostante, lamentare che fossero tali e quali come gli altri, nemmeno un poco diversi dalla media comune.” (Giorgio Bassani, Il Giardino dei Finzi-Contini, cap.III,5)
Incontro con gli studenti e i docenti della Sezione bilingue Serbo-Italiana del Terzo Liceo di Belgradoa cura di:Anzia Saccomandi, professore di Lingua italiana presso il Terzo Liceo di BelgradoGianfranco Renda, Addetto linguistico presso l’Istituto Italiano di Cultura in BelgradoGiorgio Bassani (1916-2000), uno dei maggiori esponenti della letteratura e della vita culturale italiana del Novecento, inizia la sua attività di scrittore e poeta nel 1940, ma soltanto nel 1956 ottiene il primo importante riconoscimento, il Premio Strega, che gli viene assegnato per la raccolta di racconti “Cinque storie ferraresi”, in cui compaiono, rielaborati dall’autore stesso, i racconti scritti negli anni Cinquanta e ambientati a Ferrara, la sua città natale.Il grande successo di pubblico e di critica arriva nel 1962 con “Il giardino dei Finzi-Contini” per il quale vince il Premio Viareggio. Il romanzo viene considerato la più completa espressione del mondo interiore di Bassani, dal piano formale e stilistico all’esperienza morale, intellettuale e politica, alla cosiddetta “letteratura della memoria”.Giorgio Bassani racconta una storia d’amore impossibile fra un giovane della buona borghesia ferrarese e Micol Finzi-Contini, una ragazza ricca, sofisticata e imprevedibile.I due giovani appartengono alla comunità israelitica della città, fiorente fino al 1938, anno in cui in Italia il regime fascista promulgò le leggi razziali che improvvisamente esclusero gli Ebrei italiani dalla vita civile. Anche per il protagonista, per Micol, per le loro famiglie e gli amici, l’esclusione dal resto della società in cui erano vissuti fino ad allora perfettamente integrati, è un’umiliazione incomprensibile, a cui reagiscono con un volontario isolamento, dietro le mura protettive che circondano il giardino della famiglia Finzi-Contini.Mentre la situazione politica italiana si deteriora sempre di più – a causa dei patti politici tra Mussolini e Hitler – e la prospettiva di un conflitto appare inevitabile, i giovani frequentatori del giardino cercano di afferrare quanto più possono dal presente:ascoltano musica jazz,giocano a tennis, amoreggiano… Si laureano, pur con la consapevolezza che il futuro, per loro, in quella situazione, diventa un’illusoria ipotesi.Bassani ricostruisce magistralmente la Ferrara borghese, autoreferenziale e provinciale della sua gioventù, dalla quale non si allontanerà mai, pur vivendo a Roma dal 1943. La città di Ferrara è la vera protagonista di questo come di altri romanzi e racconti, raccolti nel 1974 in un unico volume dal titolo ”Il romanzo di Ferrara”.
Programma:ore 14.00Saluto e introduzioneDragana VASIC, Preside del Terzo Liceo di BelgradoSira MIORI, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado e Coordinatore d’Area, Consigliere per gli Affari Culturali dell’Ambasciata d’Italia in SerbiaOre 14.15ConferenzaGiorgio Bassani e la “letteratura della memoria”Anzia SACCOMANDI, professore di lingua e letteratura italiana presso il Terzo Liceo di BelgradoGianfranco RENDA, Addetto linguistico presso l’Istituto Italiano di Cultura in BelgradoOre 15.00Proiezione cinematografica“Il Giardino dei Finzi Contini”, regia di Vittorio De Sica