KUČEVO
ore 18.00: LA CITTA’ INVISIBILE. FRAMMENTI DI TRIESTE ROMANA Regia di GIORGIO GREGORIOGenere: documentario; Durata: 48’Lingua: italiano, con sottotitoli in serboColore Trieste e il suo territorio furono abitati fin dal II millennio a.C. da popolazioni illiriche, la cui cultura si sviluppò notevolmente in seguito ai frequenti contatti con i Veneti. Lo stesso nome della città deriva dalla parola t(e)rg con la quale i Veneti indicavano il mercato. E questo termine ricorre immutato anche nelle lingue dei popoli della vicina regione balcanica, per i quali Trieste è stata per secoli la più vicina “metropoli” commerciale dell’Europa centro-occidentale.La progressiva conquista romana dell’Illiria fra il III e il II secolo fu accompagnata dalla sistematica romanizzazione e assimilazione delle popolazioni assoggettate. L’antico centro commerciale degli Illiri, dei Veneti, degli Istri divenne colonia romana intorno alla metà del I secolo a.C. in epoca cesariana, con il nome romanizzato di Tergeste.Ma di questa città romana di frontiera, ricca e prospera sprattutto in età imperiale, poco o nulla sembra esser rimasto nella Trieste moderna. Il documentario di Giorgio Gregorio segue un itinerario particolare, fra i luoghi di una città apparentemente invisibile, ma che in realtà si rivela poco per volta, attraverso frammenti di edifici pubblici e privati, iscrizioni, semplici manufatti artigianali e preziose opere d’arte. La ricostruzione dell’antica Tergeste si è basata sui dati archeologici esistenti e sul ricorso alle più complesse tecnologie del XXI secolo, con l’impiego della grafica tridimensionale, che ha permesso di ricreare i luoghi più significativi di Trieste romana.
ore 19.00:CERVETERI, LA CITTA’ E LA NECROPOLI (Italia, 2011)regia di Alan Badeldurata: 45’; colore; lingua: italiano con sottotitoli in serbo Cerveteri, fondata intorno al IX secolo a.C. da coloni tessali con il nome di Agylla, fu in seguito conquistata dagli Etruschi che la chiamarono Caere e la trasformarono in un centro politico e militare talmente importante da essere a capo della cosiddetta Dodecapoli, una lega militare formata, appunto, dodici città-stato etrusche. Cerveteri era anche un centro commerciale molto attivo, che manteneva intensi rapporti con la Grecia. Proprio per le sue antiche origini, fu anche l’unica città etrusca ad avere un proprio luogo speciale, il cosiddetto “Tesoro degli Agyllei”, nel santuario di Apollo a Delfi. La città, da cui proveniva quel Tarquinio Prisco che a Roma diede inizio alla fase etrusca della monarchia, iniziò a declinare nel V secolo a.C., fino a perdere ogni importanza dopo la conquista romana nel secolo successivo. In piena epoca imperiale, Cerveteri era ancora famosa per le sue terme, che secondo lo storico greco Strabone erano più affollate della città stessa, ormai in rovina. A poca distanza si trova la Necropoli della Banditaccia, inserita nel 2004 nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Si tratta di un vasto complesso sepolcrale, con tombe che vanno dal IX all’VIII secolo a.C., a forma di pozzetto. Dal VII al III secolo a.C., in pieno periodo etrusco, la necropoli si estende con le tipiche sepolture a tumulo e a forma di dado. Gli interni di queste tombe rivelano la ricchezza e la complessità del mondo spirituale etrusco, in cui i confini fra la vita terrena e il regno misterioso e temibile dell’aldilà non sono mai certi e la gioia di vivere, tipica di questo popolo, appare sempre velata dalla malinconica certezza dell’inevitabile fine.
ore 20.00:GLI AFFRESCHI DELLA NECROPOLI DI TARQUINIA (Italia)regia di Alan Badeldurata: 33’; colore; lingua: italiano / sottotitoli in lingua serba La necropoli etrusca di Tarquinia che dal 2004 fa parte della lista dell’UNESCO dei siti patrimonio dell’umanità, comprende circa 6 000 sepolture , le più antiche delle quali datano al VII secolo a.C. Circa 200 tombe contengono una serie di affreschi che costituiscono il più cospicuo nucleo pittorico di arte etrusca e al tempo stesso il più ampio documento di tutta la pittura antica prima dell’età imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano pareti decorate a fresco, con scene di banchetti , di danza e musica, e raffigurazioni di paesaggi,ritratti con colori intensi e vivaci. Con queste rappresentazioni pittoriche si voleva permettere ai defunti di mantenere la memoria e il contatto con il mondo dei vivi, per vincere in qualche modo il timore riverenziale che ogni Etrusco nutriva per l’oltretomba, immaginato come un luogo tenebroso e desolato, privo di tutti quei piaceri raffinati, dalla musica al vino, che questo popolo sapeva apprezzare oltremodo.