Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Mostra “Luci del Seicento italiano nella Galleria Borghese”

Promo Borghese12

Organizzata dalla Galleria Borghese di Roma e dall’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Belgrado e il Museo della Città di Belgrado, verrà ospitata dal 20 settembre al 5 dicembre 2025 presso il Museo di Storia locale di Zemun, Palazzo Spirta, la mostra dal titolo Luci del Seicento italiano nella Galleria Borghese. La mostra è curata da Emanuela Settimi ed è realizzata sotto gli auspici del Ministero della Cultura della Repubblica di Serbia e della Città di Belgrado, con il sostegno di UniCredit Bank, Banca Intesa e Generali Osiguranje Srbija.

Il pubblico avrà l’occasione di ammirare tre tele di grandi dimensioni di altrettanti grandi pittori italiani della prima metà del Seicento, provenienti dalla collezione della Galleria Borghese di Roma. Sarà inoltre l’occasione del rilancio della sede di Palazzo Spirta, già dimora dell’omonima famiglia di banchieri di metà Ottocento, nel cuore del celebre quartiere belgradese.

Il prestigioso museo romano, situato all’interno di uno splendido parco fuori dalle antiche Mura Aureliane, conserva una ricchissima collezione di dipinti, sculture e arredi, che si è formata all’inizio del secolo XVII per merito del cardinale Scipione Borghese, nipote del papa Paolo V (1605-1621) e si è andata via via arricchendo, malgrado numerose e dolorose dispersioni, nei secoli successivi.

Nel campo della pittura i gusti del potente cardinale spaziavano dalla pittura veneta e ferrarese del Cinquecento a Raffaello e i leonardeschi. Ma il suo occhio di conoscitore quasi affamato di novità lo portò a interessarsi con molta attenzione anche alla pittura a lui contemporanea, vale a dire alla pittura emiliana, ma soprattutto a Caravaggio e agli artisti che seppero recepirne il linguaggio innovativo, espresso attraverso potenti contrasti di luci e ombre.

I tre pittori, le cui opere sono state selezionate per la mostra, riflettono fedelmente gli interessi in campo artistico del colto Scipione. Giovanni Francesco Guerrieri, un marchigiano attivo nel secondo decennio del Seicento come decoratore nel palazzo che la famiglia Borghese possedeva in città, esprime un’evidente adesione alla cultura caravaggesca nella grande tela Giuseppe spiega i sogni dei prigionieri, dove rievoca la celebre Vocazione di San Matteo, realizzata dal Merisi per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi a Roma. Una decisa contrapposizione dei toni chiari e dei toni scuri costruisce le figure del San Sebastiano curato dalle pie donne, dipinto dal senese Francesco Rustici, detto Rustichino, che a Roma ebbe modo di assorbire e rielaborare lo stile del grande artista lombardo, innestandolo nella sua formazione figurativa legata alla tradizione tardomanierista senese. La tela Sansone porge ai genitori il favo di miele di Giovan Francesco Barbieri detto Guercino è attestata nella collezione Borghese almeno dal 1630 circa, quando viene citata in un inventario con l’attribuzione al maestro emiliano, che qualche anno prima aveva soggiornato a Roma, avendo così modo di conoscere e apprezzare l’opera caravaggesca. L’incantevole particolare delle mani che danno, ricevono, condividono, rivela un profondo naturalismo e una forza espressiva del gesto, che possono essere spiegati con una personale assimilazione della poetica di Caravaggio.

La mostra sarà visitabile presso il Museo di Storia locale di Zemun (Glavna 9) dal 20 settembre al 5 dicembre 2025 (martedì-sabato dalle 12 alle 20, domenica dalle 12 alle 18).

  • Organizzato da: Galleria Borghese, IIC Belgrado, Ambasciata d’Italia a Belgrado, Museo della Città di Belgrado