ore 19.00:“IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI AQUILEIA”(Friuli Venezia Giulia)regia di Giorgio Gregoriodurata: 45’; colore; lingua: italiano con sottotitoli in serbo Il documentario descrive il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, una delle più importanti strutture museali d’Italia. Aquileia, colonia romana fondata nel 181a.C., doveva la sua importanza e la sua ricchezza alla posizione geografica che ne faceva uno snodo essenziale per i traffici commerciali fra Occidente ed Oriente mediterraneo, tra le terre d’Oltralpe e il mare Adriatico. Nel XVIII secolo il canonico friulano Giandomenico Bertoli, appassionato antiquario, inizia a raccogliere e collezionare le epigrafi e i reperti che emergono dalla terra. Nel 1882 Enrico Maionica, il primo direttore del museo organizza la struttura che prende il nome di Caeasareum Museum Aquileiense. Ai giorni nostri, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia occupa un posto di particolare rilievo nel panorama museale italiano, perchè i visitatori possono visitare non soltanto le sale espositive, ma anche i magazzini dove sono raccolti e ordinati per classi i materiali che gli scavi continui riportano alla luce. Si tratta di un patrimonio archeologico immenso, la cui esplorazione non è ancora conclusa. I reperti e le rovine di Aquileia rappresentano radici lontane della storia comune italiana, sono la forma della memoria di un passato che ci aiuta a riconoscere il presente.
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ore 20.00:“LA SFINGE, IL PRINCIPE E GLI DEI ARTE DELLE GEMME IN AQUILEIA ROMANA”(Italia, Friuli Venezia Giulia)regia di Giorgio Gregoriodurata: 30’; colore; lingua: italiano con sottotitoli in serbo La Sfinge, figura enigmatica posta tra gli spazi abitati dagli uomini e le regioni favolose dove vivono animali fantastici, diventa con il primo imperatore romano, Augusto, un simbolo dello Stato e del potere, l’espressione della ricchezza e di una condizione sociale di indiscussa superiorità. L’ immagine della Sfinge, dunque, si affianca a quella del princeps, signore di Roma e del mondo, immagine vivente dell’Urbe, modello al quale i cittadini devono ispirarsi. Ma anche l’imperatore riconosce il ruolo fondamentale degli dei, che sono i padroni del tempo e dell’universo. Anch’egli, come qualsiasi altro mortale, si rivolge loro con preghiere, voti e anche riti magici. Le immagini incise sulle gemme ritrovate ad Aquileia permettono di ricostruire l’immaginario politico, sociale, culturale della città. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una quantità impressionante di gemme e di paste in vetro incise. Infatti, proprio ad Aquileia arrivava il materiale grezzo che veniva lavorato e poi venduto in tutti i territori dell’Impero romano. L’arte di incidere le pietre preziose non viene abbandonata nemmeno alla fine dell’Impero e le gemme di Aquileia si diffondono anche nei nuovi regni romano-barbarici dei Franchi, dei Longobardi e dei Goti.