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KIKINDA (Vojvodina)Viaggio in Italia: Aquileia romana, crocevia di popoli e culture

ore 19.00:CROMAZIO DI AQVILEIA AL CROCEVIA DI GENTI E RELIGIONI (Friuli Venezia Giulia)regia di Giorgio Gregoriodurata: 40’; colore; lingua: italiano con sottotitoli in serboCromazio, vescovo di Aquileia dal 388 al 408 d.C., è una delle figure più importanti delle Chiese cristiane d’Oriente e Occidente del IV secolo d.C. Il documentario di Giorgio Gregorio ripercorre la storia di Cromazio, il quale visse in un periodo aspro di tensioni politiche, religiose e sociali durante il quale l’Impero Romano si scontrò con i nuovi popoli che si affacciavano ai suoi confini orientali. Nel territorio compreso fra la Pianura Padana e i Balcani, fra le Alpi Giulie e l’Adriatico, sorge Aquileia, colonia romana fondata nel 181 a.C., crocevia di genti diverse per lingua, cultura e religione. La città funge anche da fortezza contrapposta alle Alpi, a protezione della penisola italiana. Cromazio, nato ad Aquileia nel 345, diventa il decimo vescovo della città nel 388, proseguendo l’attività iniziata nel 50 d.C. da Ermacora, il fondatore della Chiesa aquileiese martirizzato nel 70 d.C. insieme con il suo diacono Fortunato. Sotto l’episcopato di Cromazio la Chiesa di Aquileia intraprende un’attività intensa di evangelizzazione che si rivolge soprattutto alle regioni dell’Europa centro-danubiana. Proprio iniziando con Cromazio, i vescovi di Aquileia, che dal VI secolo d.C. assumono il titolo di patriarchi, creano la più vasta provincia dell’Occidente cristiano e danno vita a una nuova cultura che nasce dall’incontro della civiltà neolatina con il mondo tedesco e quello slavo.

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ore 20.00:LACVS TIMAVI (Italia, Friuli Venezia Giulia)regia di Giorgio Gregoriodurata: 47’; colore; lingua: italiano con sottotitoli in serbo


Il mare Adriatico era considerato dagli antichi un mare oscuro, inquieto, collerico per le nebbie improvvise, i forti venti e le tempeste che rendevano la navigazione estremamente difficile e rischiosa. L’estremo limite settentrionale dell’Adriatico era il Caput Adriae, ai margini della laguna veneta, dove convergevano le rotte carovaniere marittime e terrestri. Già dal secondo millennio avanti Cristo questa zona era in contatto con le culture preclassiche dell’Egeo, con i culti e i miti degli eroi che si credeva avessero attraversato questo mare. Il ciclo dei nóstoi, i poemi che raccontano il ritorno in patria degli Achei dopo la Guerra di Troia, in realtà contiene resoconti romanzati di traffici e di commerci, di esplorazioni e di fondazioni di nuove città. I vari percorsi si congiungono nella regione del Lacus Timavi, uno specchio d’acqua chiuso anticamente da un sistema di cordoni litoranei e di isole, dove il mare toccava la terra e dove riemergeva il Timavo, il fiume dal misterioso corso sotterraneo. In questa regione di acque e boschi sacri agli dei, si incontrano e commerciano gli antichi Veneti e le tribù degli Istri. Gli insediamenti umani si susseguono ininterrottamente dall’età preistorica al VI secolo dopo Cristo, fino a quando, in seguito a grandi sconvolgimenti climatici, il Lacus Timavi si trasforma in un luogo deserto.

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