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I MERCOLEDI’ DEL CINEMA ITALIANO A KIKINDANOI CREDEVAMO (2010)Regia di MARIO MARTONE

Undici incontri con il cinema d’autore italiano contemporaneo

Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione EuropeaKIKINDA (Vojvodina)

NOI CREDEVAMO (Italia, 2010)dal romanzo “Noi credevamo” di Anna BantiRegia di MARIO MARTONEPremio Miglior Film ,Miglior sceneggiatura, Migliore fotografiaPremi David di Donatello 2011Nastro d’Argento dell’AnnoPremi Nastro d’Argento 2011Gran Premio della Stampa estera a Mario MartonePremi Globo d’Oro 2011Premio Miglior film a Mario MartonePremio Miglior sceneggiatura a Mario Martone e Giancarlo De CataldoPremio Alabarda d’Oro 2011

Genere: storico/drammatico; durata: 170’; colore;Lingua: italiano con sottotitoli in serbo con: Luca Barbareschi, Valerio Binasco,Anna Bonaiuto, Renato Carpentieri, Francesca Inaudi, Luigi Lo Cascio, Luigi Pisani, Michele Riondino, Toni Servillo, Luca Zingarettii                                Tre giovani amici siciliani, Angelo, Domenico e Salvatore, coinvolti nei moti antiborbonici del 1828,si rifugiano in Piemonte per unirsi alla “Giovane Italia”, il  movimento rivoluzionario fondato da Giuseppe Mazzini. Inizia così la loro lunga avventura ideologica e umana nei decenni che precedono l’unificazione del Paese, fra speranze, delusioni, fallimenti e rinnovati entusiasmi.


Dei tre amici, solo Domenico  riuscirà a vedere l’Italia unita, ma gli incontri con Francesco Crispi, antico compagno di lotta ed ora  ambizioso deputato del nuovo Parlamento italiano, e  con Giuseppe Garibaldi, eroe oramai scomodo, lo lasceranno disincantato e dislluso.


Mario Martone dichiara di aver voluto cogliere il clima esistenziale vissuto da ragazzi diventati uomini e mai piegati sotto il peso di una lotta disperata, impegnati in una azione democratica destinata a fallire quando alla purezza degli ideali subentrano l’accomodamento e il compromesso. Nel Regno d’Italia, all’indomani della sua proclamazione, non c’è più posto per le utopie generose, come testimonia l’indimenticabile scena in cui Francesco Crispi pronuncia un discorso fermo e  intransigente  nell’aula completamente vuota del Parlamento.


Tutti i film presentati sono in lingua originale italiana, con la traduzione e i sottotitoli in lingua serba.

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