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LA LINGUA COME MEZZO DI TRASMISSIONE DELLA MICROSTORIAArchivi di pietraRegia di PAOLO COVA

Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione EuropeaNOVI SAD (Vojvodina)Giornata Europea delle Lingue

La Giornata Europea delle Lingue è stata proclamata dal Consiglio d’Europa, con il patrocinio dell’Unione Europea, il 6 dicembre del 2001, alla fine dell’evento “2001, Anno europeo delle lingue”. Da allora, il 26 settembre è diventato un appuntamento annuale che si propone di mettere in evidenza il ricco patrimonio linguistico europeo al fine di promuoverlo, incoraggiando i cittadini ad imparare nuove lingue. Tra gli obiettivi principali della Giornata europea delle Lingue ci sono la tutela e la valorizzazione della diversità linguistica e la promozione del dialogo tra i popoli e le culture.L’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado, uno dei sette membri fondatori dell’EUNIC Belgrado – la rete degli Istituti culturali dei Paesi dell’Unione Europea in Serbia- e la Galleria della Matica Srpska di Novi Sad, organizzano un incontro dedicato alla proiezione e all’analisi del documentario “Archivi di pietra.Graffitismo nella Val di Fiemme” del regista Paolo Cova.Nelle giornate del Patrimonio culturale europeo e, più in particolare, in coincidenza con la Giornata Europea delle Lingue, è stata organizzata una riflessione sull’evoluzione nei secoli della comunicazione linguistica come strumento di trasmissione della memoria storica, attraverso l’analisi delle scritte graffite sulla roccia del Monte Cornon in Val di Fiemme, una pittoresca valle del  Trentino. Infatti, per secoli, lungo gli spalti rocciosi del Monte Cornon, che separano le praterie di alta quota dai pascoli sottostanti, i pastori delle valli di Fiemme e Fassa, riprendendo una pratica antichissima, hanno inciso graffiti sulla roccia, per lasciare una testimonianza indelebile della loro presenza.Nelle scritte più antiche fino ad ora analizzate, che risalgono al Seicento e Settecento, prevalgono le sigle o il nome e cognome del pastore, le raffigurazioni della sua casa, i simboli sacri, i conteggi dei capi di bestiame, i ricordi di eventi importanti e numerose testimonianze di vita.La documentazione scritta è ancora ridotta e la prevalenza dell’immagine sulla parola è indizio di una povertà espressiva, condizionata da una scarsa alfabetizzazione delle popolazioni locali. In questi primi testi lo spazio usato per la scrittura è spesso delimitato da una piccola cornice, sormontata da una croce, quasi a conferire una valenza sacrale alle lettere. Immediato è il paragone con gli archivi degli antichi abitanti della regione anatolica e mesopotamica, che  tracciavano su tavolette immagini e lettere per registrare atti contabili o redigere inventari, ponendo le basi per una successiva evoluzione della lingua come mezzo espressivo per la produzione  di testi più articolati e complessi.Dall’Ottocento in poi i le testimonianze graffite sulle rocce del Cornon sono linguisticamente più ricche, anche in seguito a una sempre più diffusa scolarizzazione, che permette ai pastori di redigere una sorta di diario in cui non solo annotano i piccoli eventi legati al loro lavoro, ma esprimono anche i propri particolari stati d’animo. Si tratta di veri e propri documenti storici, che registrano la storia quotidiana di una società la cui sopravvivenza si basa sul millenario sfruttamento delle risorse dell’ambiente montano alpino.Le scritte calano vistosamente nella seconda metà del ‘900, in concomitanza con i profondi cambiamenti provocati dal boom industriale degli anni Cinquanta e dall’avvento del turismo di massa. Nella Val di Fiemme, come in molte altre zone del Trentino, la società montanara tradizionale si trasforma. Non solo perde la sua caratteristica identità, ma abbandona gli usi, le tradizioni e le credenze di un tempo. Il suo rapporto con il tempo e con le stagioni cambia radicalmente, così come cambia la visione del mondo delle comunità alpine. E nessuno più affida la memoria della propria esistenza agli archivi di pietra.

Il film viene presentato  nella versione originale in lingua italiana, con  sottotitoli in lingua serba a cura dell’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado.

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