Undici incontri con il cinema d’autore italiano contemporaneo
Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea XIV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo KIKINDA (Vojvodina)
CESARE DEVE MORIRE Regia di PAOLO e VITTORIO TAVIANI Genere: drammatico; durata: 76’; colore; Lingua: italiano; Con: Giovanni Arcuri, Juan Dario Bonetti, Fabio Cavalli, Cosimo Rega, Salvatore Striano Orso d’Oro al 62° Festival Internazionale del Cinema di Berlino / Berlinale 2012Premio FIPRESCI della critica al 18° Festival del film d’autore di Belgrado 2012Per realizzare“Cesare deve morire” , pellicola a metà fra il film di finzione e il documentario, i fratelli Taviani, per sei mesi, hanno seguito i detenuti del braccio di massima sicurezza del carcere romano di Rebibbia durante le prove per la rappresentazione del “Giulio Cesare” di William Shakespeare. Il film mostra come l’universalità del linguaggio shakespeariano aiuti gli attori a comprendere i propri ruoli e a calarsi nel gioco reciproco degli inganni e del tradimento, della disonestà,del potere e della violenza.Ciascuno degli attori è lasciato libero di recitare nel proprio dialetto d’origine, il che conferisce al testo scespiriano una voce nuova e diversa, quella di un’Italia popolare e appassionata, che reagisce in modo viscerale di fronte al male, al tradimento, ma risponde anche con toni vibranti agli ideali di amicizia e di libertà I Taviani tracciano paralleli fra il dramma di Giulio Cesare e il mondo attuale, descrivendo l’impegno degli attori, il loro coinvolgimento e la loro tendenza a trasporre nello spettacolo anche le loro speranze e le loro paure. Quando le luci si spengono e non si sentono più gli applausi del pubblico, gli attori lasciano il palcoscenico per tornare nelle proprie celle, ma con un misto di orgoglio e commozione in più, come se la recita avesse permesso loro di scoprire i lati più profondi della loro storia personale.Infatti, « Cesare deve morire » è, un film con molteplici chiavi di lettura. Lo si può considerare un documentario sul lavoro che si svolge dietro le quinte durante l’allestimento di uno spettacolo, in un costante incrocio fra cinema e teatro, ma il film dei Taviani descrive anche il processo graduale di reinserimento e di riscatto per uomini colpevoli di delitti anche gravi, che tramite l’incontro con l’arte acquistano una nuova e maggiore consapevolezza della propria umanità.
Il film è presentato in lingua originale italiana, con sottotitoli in lingua serba