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FEST/Festival Internazionale del CinemaI RACCONTI DI CANTERBURYregia: PIERPAOLO PASOLINI

BELGRADO

I RACCONTI DI CANTERBURY (Italia/Francia 1972)da “I racconti di Canterbury” di Geoffrey ChaucerOrso d’Oro al Festival di Berlino 1972Regia di PIERPAOLO PASOLINI

Genere: commedia, durata;122’; colore;Versione originale con sottotitoli in serbo con: Tom Baker,Laura Betti,Josephine Chaplin,Franco Citti, Ninetto Davoli,Eduardo De Filippo,Hugh Griffith,John Francis Lane, Pierpaolo Pasolini, Franca Sciutto, Alan Webb


“I racconti di Canterbury”,episodio centrale della “Trilogia della Vita”, sono la trasposizione cinematografica di otto episodi tratti dal poema di Geoffrey Chaucer.Nei panni del poeta britannico,lo stesso Pierpaolo Pasolini guida un gruppo di pellegrini alla volta dell’abbazia Canterbury, per pregare sulla tomba di San Thomas Beckett.


Durante le soste,ciascuno dei viandanti racconta una storia per rompere la monotonia del faticoso viaggio.Donne malmaritate, inquisitori beffati, studenti lussuriosi, diavoli e frati simoniaci sono i protagonisti di vicende ora grottesche ora drammatiche che si susseguono con immagini esplicite,tanto veritiere da provocare in Italia l’intervento della censura e il sequestro della pellicola.


Mentre l’Italia ufficiale si scandalizzava per l’ennesima volta, la Giuria del Festival di Berlino 1972 assegnava l’Orso d’Oro a questo film in cui ancora una volta Pasolini riunisce gli attori che fanno parte della sua cerchia artistica e privata, Laura Betti, Franco Citti e Ninetto Davoli e si avvale della partecipazione speciale di Eduardo De Filippo ,disponibile a doppiare in italiano l’attore inglese Alan Webb. Il grande regista e attore napoletano avrebbe dovuto,poi,essere il protagonista di un film che Pasolini stava progettando nei mesi precedenti la sua tragica fine.


“Perché io sono giunto all’esasperata libertà di rappresentazione di gesti e atti sessuali, fino alla rappresentazione in dettaglio e in primo piano, del sesso? (….) In un momento di profonda crisi culturale(….) mi è sembrato che la sola realtà preservata fosse quella del corpo. Protagonista dei miei film è stata così la corporalità popolare.


Non potevo non giungere alle estreme conseguenze di questo assunto. Il simbolo della realtà corporea è infatti il corpo nudo: e, in modo ancor più sintetico, il sesso. I rapporti sessuali mi sono fonte di ispirazione anche di per se stessi, perché in essi vedo un fascino impareggiabile, e la loro importanza nella vita mi pare così alta, assoluta, da valer la pena di dedicarci ben altro che un film.


(Pierpaolo Pasolini, dall’intervento al convegno «Erotismo, eversione, merce», Bologna, 1972.)

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