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12° FESTIVAL DELLA DANZA DI BELGRADOCOMPAGNIA ZAPPALA’ DANZA: ANTICORPI

Partecipazione italiana

BELGRADO

“ANTICORPI”progetto di Roberto Zappalà, da un’idea di Nello Calabrò e Roberto Zappalà

coreografie: Roberto Zappalà
danzatori: Gaetano Badalamenti, Fernando Roldan Ferrer, Roberto Provenzano, Maud de la Purification,
Ilenia Romano, Alain El Sakhawi,Valeria Zampardi

costumi: Roberto Zappalà
assistenti alle coreografie: Daniela Bendini e Paola Valenti
musiche varie – montaggio del suono: Salvo Noto
foto: Alfredo Anceschi

una produzione Compagnia Zappalà Danza e Scenario Pubblico International Choreographic Centre Sicily
in collaborazione con Goteborgs Operan Danskompani, Civitanova Danza/Amat e Fondazione Nazionale della Danza (Reggio Emilia)
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Regione Siciliana Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo

La 12ma edizione del Festival della Danza di Belgrado, che si svolgerà dal 25 marzo al 9 aprile presenterà anche quest’anno una selezione delle più interessanti produzioni della scena internazionale, con spettacoli di nuova creazione o già di culto, in cui si esibiscono stelle affermate e giovani artisti già acclamati dalla critica di tutto il mondo.

Fin dal suo inizio, il Festival ha attirato l’interesse di un vasto pubblico: a tutt’ oggi sono state presentate le opere di circa 200 dei maggiori coreografi contemporanei. Ogni edizione è stata seguita da una media di 18.000 spettatori e 120 giornalisti accreditati, sia serbi sia di altri Paesi, che hanno apprezzato l’alto livello qualitativo del programma e delle proposte.

La manifestazione ha offerto un sostegno prezioso ai danzatori professionali serbi, agli insegnanti, ai coreografi, ai giovani di ogni ambito artistico, pronti ad affrontare qualunque nuova sfida. Sono state fondate nuove compagnie, scuole private, riviste specializzate e diversi coreografi stranieri sono stati coinvolti nelle produzioni di danza in Serbia e nelle esibizioni all’estero dei danzatori serbi.

Il Festival della Danza di Belgrado gode del sostegno del Ministero della Cultura della Repubblica di Serbia, delle ambasciate e dei centri culturali dei Paesi partecipanti e della Città di Belgrado. Un significativo apporto alla affermazione della danza artistica e della realizzazione del programma nelle città della Vojvodina viene dall’Assessorato Regionale per la Cultura della Regione Autonoma della Vojvodina.

Proprio al suo debutto, il Festival ha ottenuto il Premio del Fondo Jelena Šantić.Nl 2006e l’UNESCO lo ha giudicato il progetto leader nel settore della danza nell’Europa sud-orientale e tale riconoscimento gli è valso l’ammissione nell’Alleanza Mondiale della Danza.

Nel 2011 il Festival è stato realizzato col patrocinio del Presidente della Repubblica di Serbia, aggiudicandosi il riconoscimento Stella di Belgrado conferitogli dall’Agenzia per l’Integrazione europea. L’anno seguente rivista tedesca “BalletTanz, lo ha definito “ la manifestazione più rappresentativa della danza in Europa”.

Nel 2013 è stata presentata la monografia “Decadance – 10 anni del Festival della Danza di Belgrado” edita dalla Gazzetta Ufficiale e a partire da questo stesso annoo, il Festival viene realizzato in collaborazione con la Delegazione EU in Serbia e, per la sua dodicesima edizione, sotto l’alto patronato del Ministero della Cultura della Repubblica di Serbia.

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L’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado partecipa a questa edizione del Festival della Danza di Belgrado promuovendo e sostenendo la presenza della Compagnia Zappalà Danza di Catania con il suo più recente spettacolo “Anticorpi”.

La Compagnia Zappalà Danza, fondata a Catania nel 1989 da Roberto Zappalà, che ne è anche il direttore artistico e il coreografo principale, è considerata dalla critica italiana e internazionale una delle più interessanti e innovative realtà della danza contemporanea italiana, per il linguaggio originale e versatile delle invenzioni coreografiche. Ha collaborato con importanti teatri in tutta Italia: dal Teatro Stabile di Catania, al Teatro “Amilcare Ponchielli” di Cremona, al Teatro Massimo “Bellini” di Catania, alla Fondazione “I TEATRI” di Reggio Emilia che l’hanno sostenuta nella realizzazione di spettacoli rappresentati in molti Paesi europei ed anche nel Centro e Sud America, nel Medioriente e in Sudafrica.

Il ricco repertorio della Compagnia Zappalà Danza comprende spesso progetti di ampio respiro, come “Corpi incompiuti” (2002-2007), “Instruments” (2007-2009), “re-mapping sicily” (avviato nel 2007, e ancora in fase di elaborazione). Per lo spettacolo “A. semo tutti devoti ?” l’ensemble siciliano ha vinto il Premio Danza&Danza 2010 per la miglior produzione italiana ed è stato la prima compagnia di danza italiana ad essere invitata al Théatre de la Ville di Parigi.

Dal 2002 la Compagnia Zappalà Danza è residente a Catania presso “Scenario Pubblico”, una struttura pensata per la danza contemporanea, che ha consentito ai danzatori e al coreografo di ampliare ed approfondire il lavoro di ricerca e di diffusione del proprio linguaggio artistico. Nel 2014 ha partecipato all’11° edizione del Festival dela Danza di Belgrado con spettacolo: “Instrument 1-Scoprire l’Invisibile”, realizzato congiuntamente dal Festival della Danza e dall’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado e inserito in un più ampio progetto artistico con il quale il coreografo e regista siciliano Roberto Zappalà intende esplorare il rapporto che intercorre fra il corpo umano e il rumore, il suono, la musica, la natura

“Anticorpi”, lo spettacolo che la Compagnia Zappalà Danza presenta quest’anno e che prosegue il discorso un anno fa, viene definito dal suo creatore, il coreografo Roberto Zappalà, “…il tassello stilistico solo ed esclusivamente dedicato alla danza del progetto “Sudvirus o dell’appartenenza”. Come in un negativo fotografico, il linguaggio coreografico si sviluppa in una coreografia convulsa e minuziosa che i danzatori della compagnia rendono linguaggio dal contagio sottile, coinvolgente e progressivo. In “Anticorpi” si delinea anche l’altro aspetto del progetto, relativo all’appartenenza. Nello spettacolo il virus passa dall’ambito biologico a quello culturale e trasmette il suo contagio da un corpo biologico ad un corpo sociale. Le danze e i suoni riconducono a luoghi in cui, secondo Zappalà, è possibile “distinguere nel virus/mondo che ci circonda quello che virus non è, e dargli spazio”

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