Nell’ambito della XXII Settimana della lingua italiana nel mondo, quest’anno intitolata “L’italiano e i giovani. Come scusa? Non ti followo”, e in occasione del centenario della nascita del celebre regista, sceneggiatore, scrittore e poeta italiano Pier Paolo Pasolini, l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e Ponte tra Culture soc. coop., in collaborazione con il Comune di Kragujevac, il Knjaževsko-srpski teatar di Kragujevac e l’Associazione Centopercento Teatro, presentano lo spettacolo teatrale “Di chi è quest’epoca, Pasolini?” con Ksenija Martinović, scritto da Ettore Oldi e diretto da Gianluca Barbadori. Lo spettacolo avrà luogo domenica 16 ottobre alle ore 20.00 al Knjaževsko-srpski teatar.
“A causa della mia vita personale, della scelta che ho fatto sul modo di trascorrere i miei giorni e di impiegare la mia vitalità e i miei affetti, fin da ragazzo, ho tradito il modo di vita borghese* (a cui ero predestinato). Ho trasgredito ogni norma e limite.” Come rivendica in questo passo, Pier Paolo Pasolini trasgrediva tutto. Fu così non soltanto nella sua vita privata, ma anche nella sua opera artistica (come poeta, scrittore e regista) e in quella civile, come giornalista. In particolare amava “accarezzare contropelo” la società che lo circondava. Parliamo dei primi decenni successivi alla guerra: l’Italia pareva decisa a nascondere sotto il tappeto i propri peccati, i propri intrighi, i traumi, e le ferite ancora sanguinanti. Tanto decisa a farlo che Pasolini, che quel tappeto non cessava di sollevarlo, fu fatto tacere nel 1975, ucciso a botte perché smettesse di dare fastidio. Sono passati 47 anni e oggi si festeggiano i 100 anni dalla sua nascita, avvenuta nel 1922. Si tratta di una celebrazione collettiva, cui nessuno sembra sottrarsi. Pasolini non dà più fastidio. Viene omaggiato dal presidente della Repubblica, citato da ogni parte politica e stimato da tutti. Potremmo esserne meno sorpresi se le critiche sociali e gli strali da lui lanciati fossero nel frattempo diventati anacronistici. È vero invece il contrario: leggere oggi Pasolini crea l’illusione che parli del nostro tempo, che parli a noi. La forza delle sue parole non è diminuita. Leggendolo sentiamo sollevarsi lo stesso velo, abbiamo la sensazione di osservare, nudi, i segreti meccanismi di un ingranaggio che ci stritola, giorno dopo giorno. Dunque, chi detiene il potere dovrebbe sentirsi altrettanto minacciato dalla sua lucidità. Pasolini dovrebbe essere scomodo anche oggi. Eppure così non è. E se lui è ormai prigioniero di questa sua nuova rispettabilità, chi c’è oggi a poter raccogliere la stessa eredità? Se non c’è più un Pasolini a indicare e a picconare con le sue parole i muri delle nostre prigioni, come possiamo sperare, un giorno, di vederli crollare? Cosa potrà mai cambiare? È proprio questa domanda che spinge Sanja Markovic, la protagonista del nostro spettacolo, a “incontrare” Pasolini. O meglio, a incontrarne la coscienza, rigenerata e ricostruita da un’intelligenza artificiale. Il poeta potrà così tornare a parlare, rivolgendosi anche alle nuove generazioni che non hanno potuto conoscerlo. Saprà dare loro le risposte che cercano?
Ksenija Martinović, nata a Belgrado, dal 2004 al 2007 fa parte del Teatro Accademico “Dadov” di Belgrado. Continua poi la sua formazione di teatro frequentando l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma. Successivamente, nel 2012, consegue il Diploma presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine. Durante il 2016 e il 2017 approfondisce la propria formazione frequentando il Corso di Alta Formazione per attori presso la Scuola di Emilia Romagna Teatro ERT e un corso presso il Centro Teatrale Santacristina. Ha recitato in diversi spettacoli teatrali, tra i quali “Mileva”, “La Storia della follia nell’età classica”, “Universo Bolano”, “Vestimi bene e poi uccidimi”, nonché in diversi cortometraggi e film, tra cui “Phone call“, “Il diritto di passare in testa“, “Psychèdelique”, “Passi Leggeri”.
Ettore Oldi è attore, regista e insegnante italiano. Si diploma nel 2014 alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Continua la propria formazione teatrale frequetando corso di specializzazione “Pedagogia Teatrale Itinerante”. Cura la regia di varie opere, tra cui “Tracce Brillanti”, “L’Uomo in Soffitta”, “Dunant”, “Misantropo”. Con “I Comici del Savio” promuove e diffonde la Commedia dell’Arte attraverso la produzione di spettacoli con canovaccio originale, come “La Brescia Liberata” e “Il Natural Segreto”. Nel 2016 vince il Premio Franco Molè sezione drammaturgia con “Dunant”. Nel 2017 fonda, con Antonio Panice e Matteo Bertuetti, “Le Mani Nude”, nucleo artistico con sede a Brescia. Da settembre 2017 è insegnante e collaboratore presso Centopercento Teatro.
Gianluca Barbadori, attore professionista e regista con vasta esperienza internazionale, nato ad Ancona, inizia a lavorare come attore professionista nel 1988. La sua formazione teatrale si è sviluppata tra il 1988 ed il 1996, prevalentemente in Toscana, tra Firenze e Pontedera. Dal 1994 ad oggi ha messo in scena oltre 130 spettacoli in più lingue dirigendo attori professionisti, giovani attori in formazione, studenti di teatro, giovani ed adolescenti anche in situazioni di marginalità e difficoltà in numerosi paesi. Come docente ha iniziato la sua attività di ricerca e formazione negli anni ‘90, realizzando laboratori teatrali bilingue e stage e corsi teatrali intensivi in italiano, portoghese, spagnolo e inglese in diverse città e festival.