“MADAMA BUTTERFLY” DEL FESTIVAL PUCCINI DI TORRE DEL LAGO AL TEATRO NAZIONALE DI BELGRADO
Un allestimento di gala dell’opera "Madama Butterfly" di Giacomo Puccini promosso e sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado ha avuto luogo il 28 novembre 2021 al Teatro Nazionale di Belgrado.
L’allestimento di "Madama Butterfly" al Teatro Nazionale di Belgrado è una produzione della Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago Puccini, luogo in cui Puccini visse e compose le sue immortali opere, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e con il Teatro Nazionale di Belgrado. Il Festival Puccini di Torre del Lago, che si svolge ogni anno nella suggestiva cornice del Gran Teatro all’aperto alla presenza di migliaia di spettatori, è l’evento più importante dedicato al compositore lirico del Novecento più rappresentato e amato dal pubblico di tutto il mondo. Giacomo Puccini si documentò per lunghi tre anni e studiò minuziosamente usi e costumi del Giappone per plasmare Cio Cio San, la sua eroina che a 117 anni dalla prima rappresentazione, il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano, e a 101 anni dalla sua prima rappresentazione al Teatro Nazionale di Belgrado l’11 febbraio 1920 conserva tutto il suo irresistibile fascino.
È stata un’occasione unica per sentire le voci di grandi solisti, Shoko Okada (Cio Cio San), Vincenzo Costanzo (Pinkerton) e Arianna Manganello (Suzuki), diretti dal Maestro Fabrizio Ventura e con la regia di Manu Lalli. Il Teatro Nazionale di Belgrado ha partecipato con la propria orchestra e il proprio coro. La maestosa scenografia italiana con un bellissimo bosco di alberi veri è stata utilizzata sul palcoscenico del Teatro Nazionale. I costumi sono quelli originali disegnati per il Festival Puccini.
MOSTRA “DANTE IPERMODERNO. ILLUSTRAZIONI DANTESCHE NEL MONDO 1983-2021”
In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, padre della lingua italiana, l’Ambasciata d’Italia a Belgrado e l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado hanno presentato la mostra Dante ipermoderno. Illustrazioni dantesche nel mondo 1983-2021, ideata dalla Società Dantesca e dall’Associazione degli Italianisti, che ha avuto luogo dal 14 aprile al 12 maggio 2021 presso la sede dell’IIC Belgrado in via Kneza Miloša 56. Curata dal prof. Giorgio Bacci, con la collaborazione di Marcello Ciccuto e Alberto Casadei, la mostra è realizzata da Art Media Studio di Firenze grazie al sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
La mostra Dante ipermoderno propone un percorso rappresentativo delle fasi più recenti nell’ambito della lunga storia delle illustrazioni di opere dantesche ed è un’occasione unica per presentare al pubblico serbo esempi di alto valore artistico dell’iconografia legata al Sommo Poeta. Permette di ammirare un’ottantina di opere realizzate da cinque artisti contemporanei - Tom Phillips, Monika Beisner, Mimmo Paladino, Emiliano Ponzi e Paolo Barbieri - mettendo in dialogo esperienze, tecniche e metodologie differenti. Un vero e proprio viaggio nella cultura visiva contemporanea, molteplice e sfaccettata, ricca di suggestioni formali, in grado di suggerire nuovi sentieri interpretativi.
Le nove serigrafie di Tom Phillips evidenziano un linguaggio originale, che unisce l’immediatezza pop a una raffinata ricerca sui mezzi espressivi. I lavori realizzati con la tempera all’uovo da Monika Beisner, prima artista donna a illustrare la Divina commedia nella sua interezza, evidenziano un’attenzione al dettaglio in grado di rielaborare attivamente una tradizione figurativa che arriva a comprendere Giovanni di Paolo. Mimmo Paladino impiega il disegno, rimeditato in senso sperimentale, per sondare le radici arcaiche del poema dantesco, rileggendo i versi danteschi attraverso il filtro della propria poetica artistica. Paolo Barbieri concilia la tradizione con l’innovazione, gli schizzi originali in nero si tramutano nelle coloratissime stampe finali, in cui le atmosfere fantasy tratteggiano uno scenario interpretativo inedito. Emiliano Ponzi invece si affida completamente al digitale, definendo ambientazioni dal tono surreale, con venature inquietanti, che riattualizzano Dante in una straniante contemporaneità.
AUDIOLIBRO “DALLA SELVA OSCURA AL PARADISO: UN PERCORSO NELLA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI IN TRENTATRÉ LINGUE”
In occasione delle celebrazioni del settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante Alighieri (Firenze, 1265 – Ravenna, 1321), l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado ha presentato l'audiolibro “Dalla selva oscura al Paradiso: un percorso nella Divina Commedia di Dante Alighieri in trentatré lingue” dedicato ad una delle più grandi opere letterarie di tutti i tempi. L’audiolibro, realizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in compartecipazione con il Comune di Ravenna e in collaborazione con il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, edito da Emons Audiolibri, permette di ascoltare un’ampia scelta del poema in trentatré lingue diverse. Patrocinato dal Comitato nazionale per le celebrazioni dantesche, dalla Società Dantesca e dal Gruppo Dante dell’ADI (Associazione degli Italianisti), il progetto è stato realizzato grazie alla cura scientifica di due noti dantisti, Alberto Casadei (Università di Pisa) e Sebastiana Nobili (Università di Bologna-Ravenna), e alla collaborazione di trentadue Istituti Italiani di Cultura, che hanno, ciascuno, inviato la registrazione nella propria lingua di competenza di una lettura di passi scelti della Divina Commedia interpretati da attori locali. La versione italiana è stata affidata a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe di Ravenna, da diversi anni impegnati in un importante lavoro teatrale sull'opera dantesca.
L’IIC Belgrado ha curato la registrazione in serbo della lettura di passi scelti interpretati da due importanti attori serbi: Dragan Vujić Vujke, anche in veste di regista, e Jelena Gavrilović. Tutti i versi selezionati della Divina Commedia in lingua serba sono tratti dalla traduzione di Dragan Mraović, Divina commedia, Belgrado, Dereta, 2016 (quarta edizione).
L’audiolibro “Dalla selva oscura al Paradiso” accompagna il lettore attraverso le tre cantiche dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso ed è uno strumento unico nel suo genere per scoprire o riscoprire un eccezionale poema che continua non solo a suscitare l’interesse dei lettori d’ogni paese, ma a nutrire l’ispirazione di artisti, scrittori, musicisti, registi di cinema e di teatro. È disponibile sulle seguenti piattaforme di ascolto:
Spotify: https://open.spotify.com/show/2Gdff73bgs84YbHS3LVYkA
Apple Podcasts: https://podcasts.apple.com/it/podcast/dalla-selva-oscura-al-paradiso-from-dark-wood-to-paradise/id1541620705?l=en&i=1000499907063
Spreaker: https://www.spreaker.com/show/dalla-selva-oscura-al-paradiso
Deezer: https://www.deezer.com/en/show/2009522
MOSTRA “ROMA AETERNA” AL MUSEO DELLA CITTÀ DI NOVI SAD
L’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e il Museo della Città di Novi Sad hanno presentato la mostra “Roma Aeterna. Capolavori della scultura romana dalla Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli” che raccoglie una preziosa selezione di trentatré opere disposte in ordine cronologico dal 1° secolo a.C. al 18° secolo. Le sculture, realizzate prevalentemente in marmo, alabastro e porfido e rappresentative delle evoluzioni artistiche e stilistiche a Roma, sono suddivise in ritratti reali, di personaggi storici o animali, e ritratti ideali, di divinità pagane, satiri, o divinità sacre. La mostra è stata presentata ai media il 30 giugno presso la Collezione d’Arte Straniera del Museo della Città di Novi Sad ed è stata visitabile fino all’11 settembre 2020.
La Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, istituita nel 2004 per volontà di Paola Santarelli e della madre Ernesta Santarelli D’Orazio in ricordo del padre Dino Santarelli, è una organizzazione non lucrativa di utilità sociale nata con la finalità di favorire, sostenere e promuovere la ricerca e la divulgazione della storia dell’arte e la storia di Roma in Italia e all’estero, con particolare riferimento alla scultura lapidea, ai marmi colorati e alla glittica. La collezione della famiglia Santarelli rinnova una millenaria tradizione romana diffusa nell'Urbe dal Rinascimento e che risaliva a sua volta a un costume dell'aristocrazia romana di età imperiale legato soprattutto alle esigenze di decoro e di ostentazione sociale che prevedevano l'esposizione di statue nelle proprie residenze per lo più copie di originali greci.
La mostra “Roma Aeterna”, che ci permette di attraversare diciannove secoli di storia del collezionismo romano, è curata scientificamente da Daniela Ricci ed è organizzata da Glocal Project Consulting in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e il Museo della Città di Novi Sad. È realizzata sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado e della Città di Novi Sad, con il sostegno di Banca Intesa e di DDOR osiguranje.
RASSEGNA CINEMATOGRAFICA E MOSTRA IN OCCASIONE DEL CENTENARIO FELLINIANO ALLA CINETECA JUGOSLAVA
13 - 26 gennaio 2020
In occasione del centenario della nascita di Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 – Roma, 31 ottobre 1993), l’Istituto italiano di cultura di Belgrado e la Cineteca jugoslava hanno presentato una rassegna dei più celebri titoli felliniani e una mostra di immagini tratte dal “Libro dei sogni” di Federico Fellini, messe a disposizione dal Comune di Rimini che ne detiene la proprietà materiale e la contitolarità dei diritti.
II “Libro dei sogni” è un diario tenuto da uno dei più grandi geni della creatività italiana del XX secolo, Federico Fellini, a partire dagli anni Sessanta fino all'agosto 1990, in cui il grande regista, su consiglio dello psicoanalista Ernst Bernhard, ha riportato fedelmente i frutti della sua fertilissima attività onirica sotto forma di disegni, o nella sua stessa definizione di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati”.
È un coloratissimo viaggio negli sterminati territori della fantasia di un genio, una testimonianza straordinaria di creatività che racchiude in sé le caratteristiche del diario, dello storyboard e che affonda le radici nelle esperienze di Fellini come vignettista e umorista al “Marc'Aurelio”, anticipando di qualche decennio il linguaggio delle graphic novels. Le immagini e le parole che, con assoluta libertà, crescono pagina dopo pagina, vanno a formare un'opera complessa e articolata che affianca il cinema del regista, integrandolo e arricchendolo con la mediazione del sogno, dando origine ai progetti con i quali Fellini ha deliziato la storia del cinema contemporaneo. Un lavoro che, prendendo spunto dai suggerimenti e dagli strumenti della psicoanalisi junghiana, affronta e rielabora, attraverso l'utilizzo di linguaggi artistici differenti, i sogni, le visioni, le paure del regista riminese. Riportarvi i sogni della notte costituiva per Fellini un appuntamento quotidiano. Tratteggiava figure e personaggi, circostanze e temi che successivamente avrebbero popolato i suoi film, riportava frasi e dialoghi, aggiungendo spesso note personali di commento o di spiegazione. Lo rivisitava e rielaborava con integrazioni, interventi di forbici e colla, tagliando, sovrapponendo, aggiungendo.
Il “Libro dei sogni”, acquistato dalla Fondazione Fellini nel 2006, devoluto al Comune di Rimini nel 2015 e attualmente esposto al Museo della Città di Rimini, consta di due volumi contenenti oltre 400 fogli.
Gli schizzi in mostra sono rappresentativi di temi ricorrenti nella produzione cinematografica del cineasta riminese: l'eros, il viaggio, la storia, il potere, la moda, il cinema, l'arte, la letteratura, la religione e costituiscono una fonte preziosa per raccontare l'universo poetico felliniano.
MOSTRA “PASSI” DI ALFREDO PIRRI ALLA CINETECA JUGOSLAVA
15 - 31 maggio 2019
Nell’ambito della II edizione di Fare Cinema – Settimana del Cinema italiano nel mondo e in occasione dei 140 anni di relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Serbia, l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado ha presentato la mostra “Passi” di Alfredo Pirri dal 15 al 31 maggio presso la Cineteca jugoslava.
L'installazione di Alfredo Pirri realizzata per il palazzo della Cineteca jugoslava si intitola "Passi", come altre opere realizzate dal 2003 a oggi. Sono opere che, pur utilizzando lo stesso metodo progettuale e tecnico, si differenziano fra loro per la scelta dei luoghi e la conseguente resa finale. All’interno della ricerca di Pirri, “Passi” costituisce un filone particolarmente felice: realizzata in luoghi di particolare rilevanza simbolica, come la Certosa di San Lorenzo a Padula (2003), il foro di Cesare a Roma (2007), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (2011) e la Galleria dell’Accademia a Firenze (2012), il Palazzo Altemps a Roma (2018), l’opera costituisce, secondo Corrado Bologna, “una perfetta allegoria della memoria della tradizione, che sembra schiantarsi sulla terra lasciando traccia del passato nella traccia del tempo scheggiato”.
L’opera consiste nella sovrapposizione di lastre di specchio sul pavimento del grande atrio d'ingresso della Cineteca. Le facciate interne dell'edificio, che vi si affacciano, si riflettono, insieme agli oggetti del Museo della Cineteca, sulla superficie specchiante raddoppiandosi in essa e producendo la visione di uno sprofondamento spaziale (e temporale) che annulla la normale fruizione di quella porzione di edificio. L'ingresso quindi della Cineteca, con la sua ampia piazza centrale, diviene un luogo assimilabile a quelli disegnati da Piranesi, con scale che salgono e scendono per destinazioni ignote. Tanto più esse salgono, tanto più cresce la profondità della visione irrealmente proiettata verso uno spazio infinito dentro cui orientarsi è complesso. L’intenzione è di creare uno spazio capace di generare una sorpresa visiva per cui la consapevolezza di conoscere la storia e le materie con cui ci confrontiamo non è sufficiente a esaurire lo stupore che si genera in noi.
Alfredo Pirri è nato a Cosenza nel 1957 ma vive e lavora a Roma ormai da molti anni. Il suo lavoro spazia tra pittura, scultura, lavori su carta e opere ambientali. Il suo linguaggio evidenzia una continua attenzione allo spazio, alla superficie, al colore, creando dei veri e propri ambienti di luce. Ogni opera diventa un luogo spaziale, emozionale e temporale, dove l'osservatore ha la possibilità di entrare per immergersi in esperienze cromatiche che lo destabilizzano e lo disorientano. Collabora con architetti per la realizzazione di progetti multidisciplinari, in cui arte e architettura dialogano in modo armonico. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Attualmente insegna Pittura presso l’Accademia di Belle arti dell'Aquila.
MOSTRA “LA SCUOLA DEL BERNINI E IL BAROCCO ROMANO. CAPOLAVORI DA PALAZZO CHIGI IN ARICCIA”
7 marzo - 26 maggio 2019
In occasione delle celebrazioni dei 140 anni dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche tra Italia e Serbia al Museo Nazionale di Belgrado è stata presentata la mostra “La scuola del Bernini e il Barocco Romano. Capolavori da Palazzo Chigi in Ariccia” che raccoglie una preziosa selezione di 55 opere provenienti da Palazzo Chigi in Ariccia. La mostra ha avuto luogo dal 7 marzo al 26 maggio 2019.
La collezione di Palazzo Chigi è altamente rappresentativa del barocco, di Roma come principale luogo della sua propagazione, e di Giovan Lorenzo Bernini, uno dei più importanti maestri del barocco in generale. Il pubblico ha avuto l’occasione di ammirare opere di grandi maestri del barocco quali Pietro da Cortona, il Borgognone, Salvator Rosa, Giovanni Battista Gaulli, Cavalier d’Arpino, Giacinto Gimignani, Mattia Preti, Andrea Pozzo, nonché di artisti francesi e fiamminghi attivi a Roma in quel periodo. Oltre alla pittura storica, allegorico-religiosa e mitologica, erano in mostra anche esempi di vari generi prediletti dalla committenza dell’epoca: il ritratto, il paesaggio e il bozzetto preparatorio per grandi affreschi decorativi. La famiglia Chigi, banchieri originari di Siena ascesi a nobiltà nel XIV secolo e tra le maggiori della Roma del Seicento, è all’origine della collezione del Palazzo di Ariccia che ne porta il nome e che rispecchia appieno il clima cosmopolita della città eterna.
La mostra “La scuola del Bernini e il Barocco romano. Capolavori da Palazzo Chigi in Ariccia” è curata scientificamente dal Professor Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia, ed è stata organizzata dalla Glocal Project in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e il Museo Nazionale di Belgrado. È stata realizzata sotto gli auspici dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado e del Ministero della Cultura e dell’Informazione della Repubblica di Serbia, con il sostegno dell’amministrazione comunale di Ariccia e con il contributo di Banca Intesa.
MOSTRA “HOMO INTERIOR”
31 ottobre - 30 novembre 2018
In occasione della I edizione della rassegna “Giornate del Contemporaneo – Italian Contemporary Art” l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado ha presentato la mostra “Homo Interior”, curata da Ksenija Samardžija, che raccoglie le opere di Radenko Milak (Bosnia ed Erzegovina), Nicola Samorì (Italia) e Dragan Zdravković (Serbia), artisti che hanno tutti esposto alla Biennale di Venezia. La mostra ha avuto luogo dal 31 ottobre al 30 novembre 2018 presso l’IIC Belgrado.
La rassegna “Giornate del Contemporaneo – Italian Contemporary Art”, organizzata quest’anno per la prima volta, in concomitanza con la Giornata del Contemporaneo realizzata in Italia dal 2005 da AMACI e MIBACT, mira a promuovere all’estero il patrimonio artistico italiano contemporaneo nei suoi diversi linguaggi.
La mostra “Homo Interior” accomuna tre artisti, tre diverse riflessioni visuali, in un unico allestimento. Le opere di Samorì, Milak e Zdravković, artisti provenienti da ambienti diversi ma determinati dalla tradizione e geograficamente vicini, sono collegate tra di loro attraverso la comprensione intuitiva della lingua pittorica classica. La mostra all’Istituto italiano di cultura di Belgrado porta un titolo in latino che non necessita di traduzione, essendo il latino considerato allo stesso tempo lingua morta e lingua universale.
Nicola Samorì nei suoi quadri e nelle sue sculture parte dall’eredità pittorica italiana. Il processo inizia con la costruzione, la creazione della personalità, la quale con ulteriori interventi porta alla destabilizzazione. Radenko Milak, nelle sue testimonianze e cronologie, mantiene la prospettiva monocromatica degli eventi. Con le opere bianco-nere archivia eventi ed episodi. Da posizioni di contemplazione diverse dall’introverso all’estroverso, nello spazio tra Milak e Samorì si trova la tematica di Dragan Zdravković. Dopo le mostre Stato di ibernazione (Museo di Arte Contemporanea) e Enclavia (Biennale di Venezia, 2017), Zdravković continua a costruire le sensazioni spaziali nella pura maniera pittorica e questa volta introduce il trittico, come narrazione dell’altare a cui affianca ambienti mistici. Pur senza le persone, gli spazi non sembrano abbandonati. Danno l’impressione dell’abitato temporaneo - luogo dell’interrogativo, della soluzione, luogo in cui si cercano risposte, in cui si soggiorna e a volte si cerca rifugio.
“TOSCA” DEL FESTIVAL PUCCINI DI TORRE DEL LAGO
14 maggio 2018
Un allestimento di gala dell’opera "Tosca" di Giacomo Puccini ha avuto luogo il 14 maggio 2018 al Centro Sava in occasione della celebrazione del 41° anniversario di questa sala belgradese. L’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado in collaborazione con il Teatro Nazionale di Belgrado, il Centro Sava e la Fondazione del Festival Puccini di Torre del Lago, ha presentato l’opera “Tosca” nell’anno della celebrazione dei 150 anni dalla fondazione del Teatro Nazionale di Belgrado.
Per la prima volta una maestosa scenografia italiana, progettata per un grande teatro all’aria aperta, è stata utilizzata sul grande palcoscenico del Centro Sava. L’allestimento di "Tosca" nel Centro Sava è una produzione del Festival Puccini di Torre del Lago, luogo in cui Puccini viveva, fonte di ispirazione per molte delle sue opere. Il Festival è il più importante evento dedicato a Puccini e si svolge ogni anno alla presenza di migliaia di spettatori. È stata un’occasione unica per sentire le voci di grandi solisti italiani, Paoletta Marrocu (Tosca), Dario Di Vietri (Cavaradossi) e Alberto Gazale (Scarpia), diretti dal Maestro Alberto Veronesi, presidente della Fondazione del Festival di Torre Del Lago. Il Teatro Nazionale di Belgrado ha partecipato con la propria orchestra e il proprio coro. I costumi dei solisti sono quelli originali disegnati per il Festival. Si tratta di una collaborazione che celebra i rapporti culturali tra Italia e Serbia nel segno di un grande musicista, il compositore lirico del Novecento più rappresentato e amato dal pubblico di tutto il mondo.
Il progetto è stato realizzato con il sostegno di Banca Intesa.
MOSTRA “SPLENDORE DEL RINASCIMENTO” A NOVI SAD
19 aprile - 1 luglio 2018
Il Museo della Città di Novi Sad e l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, in collaborazione con “King Studio” di Fausto Fornasari, hanno presentato la mostra “Splendore del Rinascimento” che ha avuto luogo dal 19 aprile al 1 luglio 2018 presso il Museo della Città di Novi Sad a Petrovaradin.
L’idea base del progetto della mostra è quella di far rivivere una parte del Rinascimento che è scomparsa e ora si può solo immaginare attraverso il materiale figurativo. I preziosi tessuti del Rinascimento e del Barocco, i sontuosi abiti da cerimonia per le grandi feste a corte italiane e gli elementi decorativi che venivano creati in tali occasioni ormai non sono più visibili, se non in pochi e deteriorati pezzi originali conservati in alcuni musei. I costumi in mostra hanno caratteristiche uniche di bellezza e preziosità, sono dei veri capolavori delle aziende tessili e dell’artigianato italiani, e testimoniano un livello di qualità che solo i produttori e gli artigiani italiani sono in grado di raggiungere.
L’allestimento della mostra presenta numerosi abiti da cerimonia ricostruiti attraverso lo studio di dipinti del Rinascimento, posizionati su apposite pedane con al fianco la riproduzione fotografica del dipinto di riferimento. Completa l’allestimento il “Banchetto del Principe”, una scena che propone uno spazio speciale come se si trattasse della sala di un Palazzo rinascimentale decorata per ricevere gli ospiti a banchetto. Un imponente apparato tessile da parete, il tavolo imbandito con ceramiche ed elementi decorativi e la piattaia da esposizione sono gli elementi principali di questa parte della mostra che permette al visitatore di avvicinarsi ad un altro aspetto importante della Cultura italiana del passato: l’aspetto enogastronomico.
MOSTRA “SPLENDORE DEL RINASCIMENTO” A BELGRADO
7 - 30 giugno 2017
L’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, in collaborazione con “King Studio” di Fausto Fornasari e il Museo della Città di Belgrado, ha presentato la mostra “Splendore del Rinascimento” che ha avuto luogo dal 7 al 30 giugno 2017 presso il Museo della Città di Belgrado.
L’idea base della mostra, una vera “Ambasciatrice dell’Italia” nel mondo che nasce nel 1989 a Mantova, è quella di far rivivere una parte del Rinascimento che è scomparsa e ora si può solo immaginare attraverso il materiale figurativo. I preziosi tessuti del Rinascimento e del Barocco, i sontuosi abiti da cerimonia per le grandi feste a corte italiane e gli elementi decorativi che venivano creati in tali occasioni ormai non sono più visibili, se non in pochi e deteriorati pezzi originali conservati in alcuni musei.
L’allestimento della mostra presenta 30 abiti da cerimonia ricostruiti attraverso lo studio di dipinti del Rinascimento, posizionati su apposite pedane con al fianco la riproduzione fotografica del dipinto di riferimento. I costumi in mostra, frutto di anni di ricerca e di lavoro sui materiali e sulle tecniche, hanno caratteristiche uniche di bellezza e preziosità, sono dei veri capolavori delle aziende tessili e dell’artigianato italiani, e testimoniano un livello di qualità che solo i produttori e gli artigiani italiani sono in grado di raggiungere.
Completa l’allestimento il “Banchetto del Principe”, una scena che propone uno spazio speciale come se si trattasse della sala di un Palazzo rinascimentale decorata per ricevere gli ospiti a banchetto. Un imponente apparato tessile da parete, il tavolo imbandito con ceramiche ed elementi decorativi e la piattaia da esposizione sono gli elementi principali di questa parte della mostra che permette al visitatore di avvicinarsi ad un altro aspetto importante della cultura italiana del passato: l’aspetto enogastronomico.
MOSTRA “PASSIONI E SOGNI DELLA MODA ITALIANA”
Creatività, stile e ricerca
18 ottobre - 6 novembre 2016
Nell’ambito della XVI edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo l’Istituto italiano di cultura di Belgrado, in collaborazione con Galgano & Tota Associati, StilePromoItalia e Museo della Città di Belgrado - Palazzo della Principessa Ljubica, ha presentato la mostra intitolata “PASSIONI E SOGNI DELLA MODA ITALIANA. Creatività, stile e ricerca”.
“Passioni e sogni della moda italiana” è una mostra che intende valorizzare il talento, l’espressione artistica e l’eccellenza artigianale della moda italiana, in quanto patrimonio culturale ed anche economico di un paese. Il progetto ripercorre l’evoluzione della moda dagli anni ’50 del secolo scorso, quando ebbe inizio in Italia un nuovo ed importante processo creativo che pose particolare attenzione alla scelta e la qualità dei tessuti, alla sperimentazione nel taglio e nelle cuciture, ad un particolare gusto estetico che portò alla nascita di uno stile unico ed inconfondibile, riconosciuto in tutto il mondo come “made in Italy”. Ciascun abito in mostra è una testimonianza della grande abilità italiana, sia intellettuale che imprenditoriale, che deriva dalla giusta combinazione tra estro creativo, competenza artigianale e sperimentazione nell’uso tecnologico di materiali innovativi.
In particolare si potevano ammirare ventidue creazioni inimitabili di notissime firme della moda, tra cui Gianfranco Ferrè, Marella Ferrera, Gai Mattiolo, Gattinoni, Sorelle Fontana, Giorgio Armani, Enrico Coveri, Laura Biagiotti, Versace, Valentino, Fendi, Renato Balestra.
MOSTRA “LUCI E STORIE DEL DESIGN ITALIANO”
in occasione dei 90 anni della sede dell’Ambasciata Italiana
30 maggio - 14 giugno 2016
Il 2016, anno della XXI Triennale di Milano, segna anche i 90 anni dell’attuale sede dell’Ambasciata d’Italia in Serbia. Per l’occasione l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado ha presentato la mostra "Luci e storie del design italiano" che ha avuto luogo dal 30 maggio al 14 giugno 2016 presso l'Istituto.
La mostra si articola in due sezioni: da un lato sono stati presentati i disegni realizzati nel 1926 a seguito di un Concorso indetto per arredare un’ambasciata italiana, vinto dagli architetti e designer Gio Ponti e Tomaso Buzzi, dall’altro sono state esposte lampade, prodotte da aziende italiane, che sono entrate a far parte della storia del design e figurano nelle collezioni dei musei di tutto il mondo.
I visitatori della mostra hanno potuto vedere i disegni del 1926 di Gio Ponti e Tomaso Buzzi, realizzati per il concorso sull’arredo di un’ambasciata italiana. Nello stesso anno, ricordiamo, fu inaugurata l’attuale sede dell’Ambasciata a Belgrado. Il percorso attraverso la storia del design italiano prosegue con la presentazione di una selezione di lampade prodotte da aziende italiane su progetti di designer internazionali, caratterizzate dalla varietà dei materiali, dall’eleganza delle forme e dalla funzionalità dell’oggetto, che diventa opera d’arte. Michele De Lucchi, Giancarlo Fassina, Philippe Stark, Ferruccio Laviani, Karim Rashid, Marc Sadler, Rodolfo Dordoni, hanno lavorato per le più famose aziende di design italiane: Artemide, Diesel, Foscarini, Kartell, Kundalini. Si comincia dall’iconica Tizio, esposta al MET e al MoMA di New York, lampada da tavolo disegnata nel 1972 per Artemide da Richard Sapper, vincitore del premio per il design industriale Compasso d’Oro nel 1979, per arrivare a Bokka di Karim Rashid per Kundalini, una lampada da tavolo realizzata in vetro soffiato, vera opera d’arte di cui non esistono due copie identiche.
La mostra è stata organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Belgrado in collaborazione con la ditta Novolux e la Fondazione Sartirana Arte.
MOSTRA “INDOSSARE LA BELLEZZA. LA GRANDE BIGIOTTERIA ITALIANA”
11 dicembre 2015 - 2 febbraio 2016
L’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, in collaborazione con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Milano e il Museo del Bijou di Casalmaggiore, ha organizzato una mostra dedicata alla produzione della bigiotteria, uno dei settori in cui maggiormente risaltano la creatività e il gusto italiani. L’esposizione è stata curata dalla dottoressa Bianca Cappello, storica dell’arte e docente presso l’Istituto Europeo di Design di Milano.
I gioielli esposti raccontano la storia di una attività produttiva radicata nella sensibilità estetica e nella raffinatezza proprie di un Paese che è la quintessenza della bellezza, naturale e artistica. Infatti, la bigiotteria, nata per soddisfare le esigenze dei costumisti teatrali e cinematografici,ma anche i desideri di chi non poteva permettersi gioielli autentici e costosi,si è imposta con successo per la sua apparente semplicità, accompagnata sempre da un’alta qualità e dalla cura dell’artigiano, o meglio, dell’artista che produce oggetti di pregio nelle botteghe specializzate o al servizio delle più famose e importanti marche del Paese. Questi piccoli accessori, un tempo trattati con sufficienza, contribuiscono ormai in maniera determinante al successo globale della moda e dello stile italiano.